lunedì 4 novembre 2013

ARTICOLI A CURA DELLA PROFESSORESSA MARIA GIOVANNA PAGANO

PRECISAZIONI SUL PROGRAMMA SVOLTO FINORA...
Prima di introdurvi al testo narrativo (considerando che il testo poetico sarà trattato l'anno prossimo) ho cercato di dare un senso al concetto di "letteratura": una comunicazione che non è necessariamente "ALTA" ma sicuramente "ALTRA". Che significa? Che non bisogna farsi l'idea che i testi letterari siano scritti in una lingua difficile, elevata nel lessico (scelta delle parole) e quant'altro. Lo stile di un testo letterario si adatta all'oggetto, allo scopo, alla poetica dell'autore (avremo tempo per parlarne). Dante - spero di aver fatto l'esempio anche nella vostra classe - va giù pesante con le parole quando si tratta di evocarci... l'Inferno o di farci sentire l'ira di S. Pietro, in Paradiso, contro la corruzione della Chiesa... Ma la comunicazione letteraria è sicuramente diversa - come ha sintetizzato Milioni - da quella ordinaria; i suoi scopi non sono puramente informativi/pratici. Anche sul nostro libro c'è uno schema che riassume le sue diverse, altre finalità.
Quando si è trattato di passare a leggere qualcosa, abbiamo effettivamente navigato un po' dove mi/ci portava il vento del momento: tanto la letteratura è un mare immenso, e sempre sorprendente.
Vi ho letto un brano dall'"Iliade": il duello tra Ettore e Achille. Lì sì che le parole erano molto "scelte", ma spero che in tanti (anche i nostri compagni di viaggio non madrelingua) abbiano colto la forza di quelle immagini parlate. Lo scopo era anche quello di ricordare che i poemi sono narrazioni, anche molto lunghe e articolate, ma in versi. Inoltre le nostre radici letterarie vengono da là, dalla cultura greca.
La guerra di Troia omerica è senz'altro più leggenda che realtà. E allora vi ho proposto una riflessione: il fascino delle leggende, il perché della loro persistenza nell'immaginario umano HANNO MOLTA MAGGIORE IMPORTANZA del loro possibile fondo di verità. Così abbiamo letto un brano dal romanzo di Bram Stoker, l'autore di "Dracula". Il famoso conte della Transilvania è innegabilmente una leggenda di tutto rispetto: con il vostro aiuto abbiamo cercato tutti i motivi per cui quello del vampiro è un mito tanto seducente, e ne abbiamo elencati altri. 
Ci siamo poi incamminati verso un genere in cui la dose di fantasia è più massiccia che mai: la fiaba. L'abbiamo prima di tutto distinta dalla favola (di cui stiamo per occuparci) e abbiamo scoperto un po' di cose interessanti.
1) non si tratta proprio per niente di letture soltanto per... bambini;
2) al loro studio si è dedicato il russo V. Propp, che ne ha svelato molti caratteri ricorrenti in tutto il mondo;
3) le fiabe hanno origini antichissime, sono giunte a noi per trasmissione orale; soltanto da alcuni secoli, e in particolare dall'età romantica, alcuni autori le hanno raccolte e messe per iscritto;
4) la loro interpretazione porta molto... lontano lontano.
In classe abbiamo letto la fiaba presente sull'antologia: "Il principe ranocchio". Il testo non era difficile da comprendere, ma un esame più attento ci ha portato, appunto, parecchio distanti... a considerazioni di carattere psicoanalitico (il passaggio all'età adulta) e anche strutturali (quel finale in cui appare il servo Enrico - l'unico chiamato con il nome proprio - sembrava appiccicato in seguito alla fiaba, posticcio insomma.
Vi trascrivo un link da cui trarre qualche altra riflessione:
http://www.lefiabesanno.com/2012/01/il-principe-ranocchio-riflessioni-e.html

Ciao a tutti, prof. Pagano



NON SOLO GRAMMATICA...
Desidero ringraziare in particolare Francesco Milioni per l'attenzione al blog di italiano. Ho fatto delle correzioni e puntualizzazioni, specialmente sulla questione aggettivi e pronomi (specialmente quelli personali e quelli relativi), alla distinzione tra "che" pronome relativo e "che" congiunzione.
Mi domando sempre se faccio bene a insistere un po' sulla grammatica, quando in classe abbiamo studenti stranieri e studenti italiani che da tempo non se ne occupano e la trovano poco interessante...: mi farete sapere se vi sta servendo ripassare le regole della nostra bella lingua italiana, così spesso maltrattata dai media, dalla frettolosità della comunicazione in web, via sms ecc...
Vorrei riprendere qui brevemente alcune questioni nate nell'ultima discussione avvenuta in classe su letteratura e dissenso. Fermo restando che la letteratura e l'arte non possono pretendere di cambiare il mondo (e non l'hanno di fatto trasformato in meglio), va però apprezzato chi con coraggio e a prezzo di sacrificio personale ha affidato alla propria opera anche la funzione di denunciare i soprusi del potere, l'ingiustizia e quant'altro. Ho scritto personalmente a Carmelo La Porta perché il suo intervento su Roberto Saviano era inappropriato; vi pregherei di cercare un profilo biografico di Saviano sul web: può essere simpatico o antipatico, ma la sua biografia non ha ombre. Bravo Christopher per il suo intervento su Julian Assange e wikileaks, brava Anita per il suo riferimento a Mandela, la cui autobiografia si intitola "Lungo cammino verso la libertà", edito da Feltrinelli.
Bravi tutti. Siete una bella classe.
Vi trascrivo questo intervento del dissidente Solgenitsyn a cui abbiamo accennato:

“Che cosa può fare la letteratura di fronte all'impeto della violenza? Non dimentichiamo che la violenza non vive da sola, è immancabilmente legata alla menzogna. E la menzogna non può reggersi che con la violenza. Chi una volta ha proclamato la violenza con i propri metodi, è costretto a scegliere la menzogna come proprio principio. Un uomo semplice e coraggioso deve compiere un solo passo: non partecipare alla menzogna”. (Solgenitsyn, ricevendo il Nobel per la letteratura nel 1990)



GLI STUDENTI SI RACCONTANO...
Tutti possiamo raccontare storie, in modo più o meno interessante ed efficace. Quanto al testo narrativo in letteratura vedremo che in esso possono essere individuati vari fattori, e la cosiddetta narratologia si occupa proprio di questi elementi.
Innanzi tutto va rilevato che una storia ha una dimensione temporale (si svolge nel corso di un certo periodo di tempo) e una dimensione spaziale (è ambientata in un certo luogo).
In seguito studieremo in concetto di "durata", la collocazione temporale di un testo con le sue alterazioni (analessi, prolessi, ellissi), e molto altro. Per il momento vi ho chiesto di scrivere una storia e vi ho proposto dei titoli, eccoli:
1) Una storia che ha influenzato la mia crescita personale
2) Una storia di speranza
3) Una storia disonesta
4) Una storia di lealtà
5) La storia di un incontro che mi ha cambiato la vita
6) Una storia di vita lavorativa
7) Una storia di vita scolastica

Ho ricevuto una storia da Iafelice, da Riminella, da Milioni, da Stipo, da Javier, più storie da La porta...: alcune sono impeccabili nella forma, altre sono scritte male, ma TUTTE sono davvero interessanti. Se avrò il permesso degli "scrittori" suddetti le potremmo pubblicare qui. Comunque la maggior parte della classe non ha risposto all'invito...dovete invece inviarmi i vostri scritti; in questo modo, senza voto, posso farmi una idea delle vostre carenze e aiutarvi a migliorare.